Il cammino di Santiago

Il cammino di Santiago è lungo 700 Km, percorre la Francia e arriva fino a Santiago di Compostela in Spagna.

Questo percorso, ogni anno, è attraversato da una moltitudine di persone; chi ci arriva con mezzi pubblici, chi in bicicletta, chi a piedi, chi in gruppo e chi da solo. C’è chi ha fretta di arrivare alla fine e corre e chi, invece, lo percorre lentamente, osservando la natura e il paesaggio, raccogliendo le emozioni, riscoprendo se stesso e nutrendo la propria interiorità.

Per me il significato del cammino di Santiago non è tanto raggiungere la meta, quanto dare il giusto “passo” al percorso, giorno dopo giorno.

Il libro di Paolo Coelho, a cui mi riferisco, mi ha fatto riflettere sul percorso della mia vita e sulla destinazione del mio cammino.

Ho vissuto questi 66 anni con intensità e in questo lungo tempo ho potuto provare emozioni come la felicità, l’amore, l’amicizia, la solidarietà, la speranza ma anche la paura, la solitudine, l’incertezza e la sofferenza.

Il cammino e il passo che ho voluto (e dovuto) intraprendere in questi ultimi tre anni è stato incerto e confuso, ma con il passare del tempo, giorno dopo giorno, mi è stata chiara quale doveva essere la mia direzione e come vivere il mio tempo.

Sono arrivato così alla consapevolezza che il mio cammino di Santiago è rappresentato da una nuova visione di me stesso con la SLA. Perché il senso profondo di ogni esistenza è quello di ricercare, approfondire, conoscere e capire partendo da noi stessi e ognuno è destinato a percorrere un differente e personale cammino di Santiago.

In questo viaggio ho voluto che la mia famiglia fosse vicina a me per percorrere ogni giorno insieme questo sentiero altalenante che impegna ma che è anche generoso. Ho voluto accanto a me anche tutti gli amici e

conoscenti che fanno parte delle due associazioni che mi sono vicine: gli Amici della Biblioteca di Fiesole e AISLA Firenze, per fare insieme lunghi tratti del mio cammino di Santiago con vera partecipazione e solidarietà, sia umana che culturale. Mi accompagna, poi, quotidianamente, la vicinanza e la solidarietà di alcuni amici che condividono i miei momenti con letture, dialoghi, telefonate e ristorando il mio corpo.

Sento che nel cammino intrapreso ci sono tratti dove l’ignoto mi fa compagnia e dove devo spesso cambiare il mio passo, consapevole di un destino che muta.

So che però un giorno anch’io arriverò alla fine di questo lungo viaggio.

Valdemaro

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